Percorso di formazione pre-partenza: Intercultura

Buonasera! Oggi è il 25 Maggio, ma so già che pubblicherò questo post fra settimane perchè non ce la faccio ad essere costante.

Volevo parlarvi del percorso di formazione pre-partenza che ho appena concluso con la mia associazione: Intercultura. 
In breve, di cosa si tratta?
I volontari dell'associazione ci parlano di diverse tematiche e affrontiamo delle attività, definiamoli anche "giochi". Questi alla fine dovrebbero spiegare una morale, o almeno qualcosa che c'entri con ciò che affronteremo una volta all'estero.
Un esempio potrebbe essere quello di come ci poniamo, o anche solo da un atteggiamento o una foto su Instagram, le persone possono giudicarci ancora prima di conoscerci. 

Insomma, non sono male come attività, il problema è che le abbiamo fatte online. Non mi soffermerò nello specifico di quello di cui abbiamo parlato (anche perchè credo interessi poco e niente), bensì delle mie impressioni. 
Inizio solamente dicendo che nel mio centro locale a partire siamo una ventina, un numero esagerato rispetto agli scorsi anni (Covid a parte). Dunque conoscerli, o meglio, riconoscerli (associare un volto ad una persona e il paese in cui va) è stato un po' difficoltoso (non sono ancora riuscita). Dico la cosa del paese perchè ormai è così qui in Intercultura. Ti presenti dicendo il tuo nome e poi dove vai, magari anche aggiungendo per quanto tempo. Io per dire, su Whatsapp ho cambiato il nome da "Sara" a "Sara(FI)" (Fate finta che ci sia l'emoji della bandiera finlandese). Sì questo perchè sono in un gruppo con altre duecento persone (non sto scherzando) della mia stessa associazione, che patiranno quest'anno.
Ma tornando indietro, io ovviamente durante gli incontri online cercavo di adocchiare qualcuno che mi ispirasse più simpatia, e lo ammetto, qualcuno anche di carino. Questo non lo dico solo per perdere la dignità, cioè sì anche, ma perchè ora ci arriviamo.
Dopo gli incontri mi mettevo su Insta a stalkerare tutti, mandando richieste a destra e manca (sì l'ho fatto). Indovinate un po' chi non me l'ha accettata? Proprio il ragazzo che avevo adocchiato per bene. No ok, devo rimanere più discreta, anche se non credo qualcuno possa mai leggere ciò che sto scrivendo.
Comunque, dopo tre incontri online finalmente possiamo fare un incontro in presenza, trovandoci un pomeriggio tutti insieme allegramente al bosco verticale di Milano (io da brava milanese non sapevo manco cosa fosse, ed è una zona importante, famosa). Quindi arriva il fatidico giorno, mi vesto decentemente per una volta (o almeno spero) e vado prendendo la metro. Ora, il mio orientamento è pari a quello di una mosca dopo aver bevuto vodka e bendata, quindi sono uscita un po' prima, così che se mi fossi persa (è successo) sarei comunque arrivata in orario.
Dopo svariate strade sbagliate arrivo, vedo i volontari tutti vestiti con la maglietta di Intercultura e mi avvicino. Come prima cosa mi danno da disegnare un frigorifero, ottimo, se prima ero confusa ora sicuramente andava meglio. 
Scambio qualche parola con altri due ma nulla di che. Aspettiamo un po' ed arrivano tutti gli altri, e fu lì che lo vidi: quel ragazzo lì, sì proprio lui. fortunatamente ci hanno diviso in due gruppi e sono capitata nel suo. La sfortuna? Ha fatto l'attività in coppia che c'era da fare con un'altra ragazza, e io lì *Hello darkness my old friend*
Scherzi a parte, non è successo niente. Dopo abbiamo fatto una pausa e mi sono aggrappata ad una ragazza con cui parlare, anche perchè nessuno conosceva nessuno. Ho scoperto che abbiamo molti amici in comune, quindi grandioso, almeno avevamo di cui parlare. Dopodichè vado a parlare con un ragazzo, molto simpatico e sto con lui. Nel frattempo si erano creati mini gruppetti, e io ovviamente ero finita in quello dove lui (quel lui) non c'era (che tristezza). Quindi beh, finisco a rompere le scatole ad un altro gruppo e nulla di che, mi sembravano tutti piuttosto simpatici (li avevo già stalkerati tutti in precedenza). C'era una ragazza che se ne stava tutta sola, a primo impatto non mi sembrava il mio tipo di amicizia, ma mi sono sentita in colpa per non averci provato ad integrarla. 
Le attività procedono, ci siamo messi tutti in cerchio ed ognuno doveva interpretare un personaggio. Io ero un'omosessuale mussulmana che voleva far costruire una moschea (sì aveva senso come cosa, faceva parte di una storia). Ovviamente c'erano altri personaggi che non volevano, quindi in poche parole dovevamo scannarci, insultarci, morderci... No ok, solo discutere in modo molto vivace. Lì ho dato del mio meglio, quando si tratta di recitare: eccomi. (Una delle poche cose che so fare, o almeno lo spero).
Si arriva ad un momento in cui ci regalano una scatola da aprire in caso sentissimo nostalgia una volta all'estero ed un pesce, in senso figurato. A me è stato dato un pesce tipo Dory (un pupazzetto) con i colori della Svezia però (sta cosa non va bene). Quando saremo lì faremo delle foto con sto cosetto, ed una volta tornati lo passeremo a quelli che partiranno l'anno prossimo ancora (stile portafortuna).
Successivamente ci hanno diviso in maschi e femmine. a noi ragazze hanno parlato di come gestire magari le questioni personali riguardanti ciclo mestruale, perchè comprensibilmente in una nuova famiglia condividere certe cose può risultare difficile (tipo chiedere di comprare degli assorbenti). Poi vabbè, se uno è come me si vergogna pure a chiedere "permesso" ed entrare a casa.
Morale della favola: quel ragazzo se ne va prima di tutti e ci saluta così. Ed io che volevo parlarci una volta finito l'incontro :')
Tra l'altro, appena dopo finito, ero l'unica scema ad andare dalla parte opposta a tutti. Cioè spiegatemi COME, io ingenua che speravo di farmi accompagnare o perlomeno scambiare due chiacchiere mentre si faceva lo steso tragitto. Invece no, tiè. 
Poi visto che sono una scroccona, proprio un attimo prima di andare via acciuffo una bottiglietta d'acqua frizzante. Cosa c'è di strano in questo vi starete domandando, ecco, diciamo che avevo le mani talmente piene che sembravo Babbo Natale ma senza un sacco e che trasporta tutto sotto le ascelle. Ci avevano dato: la scatola, il pesce, il certificato della nostra vittoria al programma all'estero, una crostata che mi ero rubata in precedenza, la bottiglietta d'acqua più cose che già avevo in tasca. In tutto ciò dovevo per forza fare un audio ad una mia amica mentre tornavo a casa (quando viaggio devo sempre disturbare qualcuno), quindi con telefono in mano ed il resto, dovevo pure estrarre il biglietto della metro dal portafoglio facendo attenzione ai brutti ceffi che non vedevano l'ora di spogliarmi dai miei averi (la crostata alla nutella tenta tutti, lo so). 
Niente, torno a casa contusa ma felice (citando gli Oblivion in Avatar). Non ho parlato con quello lì e non ho stretto nessuna amicizia, ma non è finita qui. Infatti ho intenzione di scavarmi la fossa da sola, ma tanto che mi frega, non ci vedremo più per almeno sei mesi. Dunque la mia idea era quella di chiedere individualmente a tutti (o almeno quelli con cui un minimo ci ho parlato) di uscire un giorno. Il problema? E' facile trovare una scusa con i propri amici per non uscire, figuriamoci quante ne trovi con gli sconosciuti. Ma a parte questo, non voglio passare per una molestatrice seriale (anche se lo sembro e ok), ma vorrei stringere più amicizie. Insomma, ho amici della associazione, ma sono da altre parti di Italia. Questi sono della mia stessa città, e magari diventeremo volontari. E' solo l'inizio di una lunga avventura che durerà tutta la vita. 
Non so ancora, forse da Giugno posso chiedere, ma è azzardata come cosa. 

Beh, è tutta la sera che scrivo, è la prima volta che forse riesco a pubblicare il giorno stesso in cui ho iniziato, sono fiera di me (tra l'altro due capitoli in un giorno). 
Non mi dilungo troppo, prossimamente credo proprio che scriverò durante i mesi prima di partire, raccontando gli ultimi giorni qui sul pianeta terra- cioè Italia. 

Detto ciò alla prossima,
Spyria

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